Tutti noi, almeno una volta nella vita, siamo stati fermati in macchina dalla polizia. Ma chi sa davvero tutto quello che possono o non possono fare gli agenti? Quali sono i nostri diritti? Ecco la risposta
A chi non è mai capitato di essere fermato dai carabinieri o dalla polizia mentre si è alla guida della propria auto? Alzi la mano chi, trovandosi in questa circostanza, pur sapendo di essere in regola e di non avere niente da nascondere, non ha avuto il timore che potesse comunque essere contestata qualche infrazione. Ma non solo: a volte, la preoccupazione principale è quella di non sapere quali sono i propri diritti nel caso di richieste illegittime da parte delle autorità. E a molti la domanda è sorta spontanea: “Cosa può fare la polizia se ti ferma in auto?”
Ecco cosa fare e cosa sapere quando vieni fermato in macchina dalla polizia
Con questo articolo esamineremo attentamente quali sono i diritti della persona fermata dalla polizia stradale mentre è alla guida della propria vettura; allo stesso tempo, vedremo cosa possono e cosa non possono fare le forze dell’ordine quando fermano un’auto per un controllo. Come ti spiegheremo in seguito, i poteri dell’autorità sono molti, e si estendono perfino alla possibilità di effettuare una perquisizione nel caso di fondati sospetti sulla condotta dell’automobilista. Ma vediamo nel dettaglio situazione per situazione.
Polizia in strada: quando è obbligatorio fermarsi? Siamo alla guida della nostra auto; all’improvviso, notiamo che a un centinaio di metri, proprio all’incrocio, c’è una volante della polizia o una gazzella dei carabinieri ferma, come se aspettasse proprio noi. Come dovremmo comportarci? Quando ci si deve fermare in presenza della polizia? Bene, è obbligatorio fermarsi solo su espresso invito delle autorità, quando sono in uniforme o muniti dell’apposito segnale distintivo. Dunque, se i poliziotti o i carabinieri che sostano in strada non ci intimano espressamente (con la paletta, ad esempio) di arrestare il veicolo, non dobbiamo fermarci. Non siamo tenuti a fermarci nemmeno se gli agenti si trovano sulla volante e hanno attivato le luci blu fisse: questo segnale visivo sta solo a segnalare la presenza delle forze dell’ordine che stanno vigilando.
È obbligatorio fermarsi se gli agenti sono in borghese? Secondo la legge, agenti e ufficiali responsabili dei servizi di polizia stradale, quando non indossano la divisa, devono utilizzare un apposito segnale distintivo per svolgere i loro compiti. Gli organi di polizia stradale, fuori dall’uniforme, per intimare l’alt a coloro che circolano nelle aree soggette alla disciplina del codice della strada, devono esibire chiaramente il segnale distintivo. Successivamente, prima di qualsiasi accertamento o contestazione, mostrano la speciale tessera rilasciata dalla competente amministrazione. Quindi, non è obbligatorio fermarsi se gli agenti in borghese non si identificano chiaramente.
Se si viene fermati dalla polizia è obbligatorio mostrare patente e libretto? Sì, è necessario presentare la carta di circolazione e la patente di guida. Chiunque rifiuti di mostrare la patente e il libretto è soggetto a una sanzione amministrativa con il pagamento di una somma che va da 87 a 345 euro.
Gli agenti chiedere documenti diversi dalla patente e dal libretto? In base al codice della strada, è necessario mostrare, su richiesta, tutti i documenti che il conducente è tenuto ad avere con sé secondo le norme sulla circolazione stradale, come il certificato di assicurazione obbligatoria. Il rifiuto di farlo può comportare una sanzione amministrativa con il pagamento di una somma che va da 87 a 345 euro.
La polizia può richiedere di mostrare la carta d’identità? Effettivamente, non c’è un obbligo legale di avere con sé la carta d’identità. Il cittadino è tenuto a identificarsi fornendo le proprie generalità, e la presentazione della patente sarebbe già un mezzo di identificazione.
Gli agenti possono ispezionare l’auto? In base alla normativa vigente, le forze dell’ordine possono effettuare ispezioni del veicolo per verificare la conformità alle norme sulle caratteristiche e sull’equipaggiamento. Ciò implica la possibilità di controllare il motore e altri componenti dell’auto, assicurandosi che siano conformi alle prescrizioni del libretto, come l’omologazione, ad esempio. In aggiunta, le ispezioni possono essere effettuate in caso di fondato sospetto di commissione di un reato che richiede un intervento urgente.
La polizia può perquisire l’auto? La polizia può effettuare la perquisizione dell’auto e dei relativi bagagli quando sorge il fondato sospetto di presenza di sostanze stupefacenti. In conformità alla legge, gli ufficiali e gli agenti di polizia giudiziaria, nell’ambito delle operazioni di prevenzione e repressione del traffico illegale di sostanze stupefacenti, hanno il diritto di controllare e ispezionare veicoli, bagagli e effetti personali quando sussiste un fondato motivo di ritenere la possibile presenza di sostanze stupefacenti o psicotrope. Nel caso di necessità e urgenza, qualora non sia possibile ottenere l’autorizzazione telefonica del magistrato competente, gli ufficiali di polizia giudiziaria possono procedere alle perquisizioni, notificandole senza indugi e comunque entro quarantotto ore, al procuratore della Repubblica. La convalida delle perquisizioni avviene successivamente entro le successive quarantotto ore, a condizione che sussistano i presupposti necessari. Gli ufficiali e gli agenti di polizia giudiziaria, dopo aver effettuato il controllo, le ispezioni e le perquisizioni menzionate in precedenza, devono immediatamente rilasciare all’interessato una copia del verbale che riporta l’esito dell’atto compiuto. In aggiunta, è possibile condurre ispezioni e perquisizioni per la ricerca di armi, esplosivi e altri strumenti potenzialmente utilizzabili a fini terroristici. Tuttavia, è essenziale che esistano fondati sospetti per avviare tali operazioni, come ad esempio l’avvistamento notturno di un veicolo precedentemente segnalato, e che sia presente una particolare urgenza.
Si può chiedere agli agenti di identificarsi? In Italia, non esiste una norma che obblighi i pubblici ufficiali, inclusi poliziotti e carabinieri, a identificarsi durante il servizio. L’obbligo di identificarsi si applica solamente quando gli appartenenti alle forze dell’ordine sono in abito civile. Secondo la legge, il personale delle forze armate autorizzato a svolgere il servizio in abito civile deve applicare in modo visibile una placca di riconoscimento sull’abbigliamento e, se richiesto, esibire la tessera di riconoscimento quando la situazione assume rilevanza esterna.
La polizia può interrogare sul posto in caso di reato? La legge stabilisce che gli ufficiali di polizia giudiziaria, sul luogo o nell’immediatezza del fatto, possono raccogliere informazioni dalla persona oggetto delle indagini, anche se arrestata in flagranza o sottoposta a fermo d’indiziato di delitto, senza la presenza del difensore. Tuttavia, le informazioni raccolte senza l’assistenza del difensore non possono essere documentate o utilizzate. Quindi, se la polizia chiede informazioni a una persona coinvolta in un evento (ad esempio, in possesso di droga o armi) per proseguire le indagini, il cittadino ha il diritto di non rispondere, poiché ogni interrogatorio dovrebbe avvenire in presenza dell’avvocato.
La polizia può costringere a sottoporsi all’alcoltest? La polizia non può obbligare il conducente a sottoporsi all’alcoltest, ma chi rifiuta di farlo commette un reato. Il conducente è trattato come se avesse un tasso di alcol superiore alle soglie previste dalla legge, affrontando sanzioni penali simili a quelle per la guida in stato di ebbrezza. Chi rifiuta rischia ammende da 1.500 a 6.000 euro, arresto da sei mesi a un anno, sospensione della patente da uno a due anni con visita medica obbligatoria, decurtazione di 10 punti dalla patente, confisca del veicolo (a meno che non sia di un terzo) e revoca della patente in caso di recidiva. Tuttavia, ci sono sentenze che indicano che se il conducente non ha causato incidenti o pericoli per gli altri automobilisti, il processo penale può essere archiviato, evitando l’applicazione delle sanzioni. Questo può avvenire in virtù della “particolare tenuità del fatto”.
È possibile filmare le operazioni degli agenti? In generale, è consentito fotografare e filmare gli agenti durante il loro servizio o durante operazioni e presidi di manifestazioni pubbliche. Tuttavia, esistono eccezioni in cui autorità pubbliche possono imporre divieti specifici attraverso ordinanze, ad esempio, per motivi di sicurezza o segreto istruttorio. È importante notare che le foto e i video delle forze dell’ordine sono soggetti alle norme del Codice della Privacy e devono essere trattati come dati personali, vietando la divulgazione di elementi identificativi come il volto degli agenti.