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Automobili

Rally Dakar 2024, nascita e tutto ciò che si deve sapere

Mentre quasi 800 concorrenti si dirigono verso la città millenaria di AlUla, ecco tutto quello che c’è da sapere sul Rally Dakar 2024

Il 2024, per tutti gli appassionati di motori, inizia con la 46esima edizione del Rally Dakar, il più grande e famoso rally raid del mondo, a pochi giorni dal via di quella che a detta degli organizzatori, sarà l’edizione più lunga e più dura da quando la gara si è spostata in Arabia Saudita, si prepara ancora una volta ad animare il mese di gennaio.

Il percorso porterà i quasi 800 protagonisti iscritti a questa edizione a superare dune, montagne e a inoltrarsi nel vasto deserto dell’Empty Quarter, gareggiando da un lato all’altro della penisola arabica lungo un tragitto che condurrà da AlUla a Yanbu.

Cos’è il Rally Dakar?

Il Rally Dakar è un rally raid che si svolge a bordo di veicoli fuoristrada a due e quattro ruote. Il suo percorso, esattamente come accade nelle varie tappe del World Rally Championship, è suddiviso in sezioni di trasferimento e sezioni cronometrate: nelle prime tutti i concorrenti transitano su strade pubbliche dovendo rispettare anche le norme del codice della strada, nelle seconde invece ci si lancia ventre a terra nel tragitto della Speciale cercando di completarlo nel minor tempo possibile.
Rally Dakar 2024 e il Prodrive Hunter di Nasser Al-Attiyah @Kin Marcin/Red Bull Content Pool – Realmotor.it
I concorrenti devono essere veloci e in ottima forma fisica, dato che guidando i loro veicoli su terreni molto accidentati forature e guasti sono molto comuni: una buona conoscenza della meccanica è un vantaggio e un kit di attrezzi è essenziale.
Tutti i partecipanti devono anche essere in grado di leggere la pista davanti a loro ad altissima velocità per individuare eventuali ostacoli nascosti in una varietà pressoché infinita di terreni: dune di sabbia, sentieri rocciosi, montagne costellate di rocce aguzze e paludi fangose.
Inoltre, i piloti sono chiamati a navigare da un punto all’altro del percorso – passando con i loro mezzi a una certa distanza dai cosiddetti Waypoint, dei veri e propri checkpoint disseminati lungo il tragitto – facendo affidamento sul loro GPS e soprattutto sul Roadbook (non più tanto book per via dell’avvento dei dispositivi digitali), il quale contiene una serie di informazioni che devono essere interpretate e comprese nel modo corretto per trovare la giusta direzione nel deserto, nelle due o nei sentieri.
Perdersi alla Dakar vuol dire sprecare moltissimo tempo o addirittura incappare in delle penalità, e non è da escludere che una escursione in una zona non prevista dal percorso possa causare dei danni meccanici al proprio mezzo.
Il Rally Dakar 2024 inizia con il Prologo, in programma venerdì 5 gennaio, e termina con la Stage 12, prevista venerdì 19 gennaio; il Dakar prevede infatti ben 12 prove speciali.
Si svolge, per la quinta volta consecutiva nella sua decennale storia, interamente in Arabia Saudita. I concorrenti scatteranno dalla città di AlUla, nell’Ovest del Paese, per poi dirigersi a tutta forza verso Est e poi tornare nuovamente indietro fino al traguardo di Yanbu, sulle coste del Mar Rosso.
La distanza totale del Rally Dakar è di 7891 km, di cui 4727 di questi sono cronometrati, sono cioè parte delle Prove Speciali, le Stage, che servono a stilare la classifica delle varie categorie.
Come accade nella maggior parte delle gare del mondo rally, è il tempo il principale avversario di tutti i protagonisti: a vincere la Dakar, infatti, è il pilota (o l’equipaggio) che impiega meno tempo a completare tutte le Stage.
Quest’anno i quasi 800 iscritti alla Dakar dovranno poi vedersela con una vera e propria novità: per la prima volta nella storia del rally raid è stata introdotta una Prova Speciale cronometrata lunga… 48 ore.
I concorrenti avranno a disposizione fino alle 16:00 della prima giornata di gara per procedere lungo il percorso, dopodiché saranno costretti a fermarsi al primo degli otto bivacchi che incontreranno durante il percorso.
A quel punto ciascuno di loro avrà a disposizione il minimo indispensabile per riparare il proprio veicolo e per trascorrere la notte, con la Stage del giorno successivo che scatterà implacabile alle 07:00 del mattino.
L’ ordine di partenza dei concorrenti è stilato sulla base della classifica della Stage precedente, e il mancato raggiungimento della partenza nell’orario prestabilito può comportare una penalità in secondi (o addirittura in minuti) che va poi aggiunta al tempo complessivo di gara.
Il percorso specifico viene tenuto segreto fino all’inizio di ogni tappa, quando il fondamentale Roadbook viene consegnato ai concorrenti. Anche se questi ultimini dispongono di un GPS, il Roadbook è l’unica vera fonte di indicazioni specifiche per raggiungere i Waypoint ed evitare i pericoli disseminati lungo il percorso.
I concorrenti gareggiano in fuoristrada contro il tempo nel tentativo di completare la Stage nel minor tempo possibile, cercando di trovare la strada su un terreno sconosciuto e talvolta insidioso e di raggiungere i Waypoint.
Una volta terminata la tappa devono recarsi al bivacco, un enorme parco di assistenza mobile con meccanici, catering, docce calde e camper vicino alla città ospitante.
Nelle Tappe Marathon il bivacco è però solamente un miraggio: in questa particolare tipologia di Stage, infatti, al termine del percorso cronometrato i piloti e gli equipaggi potranno contare solamente su loro stessi per effettuare le riparazioni eventualmente necessarie ai loro veicoli.
Nel corso dell’edizione 2024 della Dakar, 778 concorrenti si daranno battaglia divisi in otto categorie: Moto, Quad, Auto, Challenger, SSV, Camion, M1000 e Classic.
La categoria M1000 è riservata ai veicoli prototipo che utilizzano tecnologie innovative, come il KH-7 Epsilon alimentato a idrogeno. Le Classiche sono state aggiunte nel 2021 e presentano veicoli d’epoca dei precedenti Rally Dakar: data l’età di alcuni di questi veicoli, non deve stupire che il percorso delle Stage che affrontano i concorrenti della Dakar Classic sia lievemente diverso rispetto a quello su cui si sfidano i veicoli iscritti alla gara moderna.

Come è nato e i suoi momenti più memorabili

Il Rally Dakar nasce nel 1979 con il nome di Parigi-Dakar, ideato dal leggendario Thierry Sabine, che ebbe l’intuizione di creare una corsa nel deserto africano dopo essersi smarrito tra le dune del Sahara durante una gara che avrebbe dovuto condurlo dalla Costa d’Avorio alla Francia, il rally raid più famoso del pianeta nelle sue versioni originali conduceva i suoi protagonisti da Parigi, capitale della Francia, a Dakar, capitale del Senegal.
Thierry Sabine, fondatore del Rally Dakar @DPPI – Realmotor.it
La denominazione Dakar è rimasta nonostante la corsa non venga più disputata in Africa dal 2009: quell’edizione fu infatti la prima a svolgersi al di fuori di quel continente, approdando sulle sponde del Sud America.
Nel continente americano la Dakar è rimasta fino all’edizione 2019, la prima a svolgersi invece in quell’Arabia Saudita che ancora oggi ospita la corsa. Ma quali sono stati i momenti più memorabili della storia del Rally Dakar?
Negli anni ’80 e ’90, il Rally Dakar era dominato da star affermate del motorsport come Didier Auriol, Ari Vätanen e René Metge, con la partecipazione di volti famosi come il leggendario Jacky Ickx.
Le vittorie di Vatanen e Juha Kankkunen per la Peugeot alla fine degli anni ’80 furono entrambe drammatiche e spettacolari, riuscirono a catturare l’immaginazione del pubblico e trasformarono la Dakar in una competizione in grado di richiamare attenzione mediatica a livello mondiale.
Nella stessa epoca, i folli camion Daf da corsa a sei turbo di Jan De Rooy, che erano persino più veloci delle auto, dimostrarono che l’innovazione e l’eccentricità possono – e anzi, spesso devono – andare di pari passo con il Rally Dakar.
Tra tutti i nomi che spiccano nel firmamento della Dakar, è quello di Stéphane Peterhansela brillare maggiormente. Il pilota francese si è meritato l’appellativo di Mr. Dakar, avendo conquistato ben 14 edizioni del rally raid più famoso e difficile del mondo.
Peterhansel ha iniziato nell’ormai lontano 1988 a macinare successi, centrando 6 vittorie nella categoria Moto prima di ottenerne altre 8 tra le Auto.
Detiene non solo il record per il maggior numero di vittorie complessive ma anche quello per il maggior numero di successi nelle categorie Moto e Auto, ed è in quest’ultima che il francese sta ancora cercando di riscrivere la storia: dopo avere vinto la Dakar con Mitsubishi, Mini e Peugeot, Peterhansel è a caccia di quello che sarebbe il primo, storico successo per Audi nel rally raid per eccellenza.
Nel 2001 Jutta Kleinschmidt è stata la prima donna a un’edizione della Dakar e l’eredità della tedesca è proseguita fino ai giorni nostri con le vittorie di tappa centrate da Cristina Gutiérrez, Laia Sanz e Dania Akeel.
Nel 2009, Giniel De Villiers è stato invece il primo pilota africano a vincere la Dakar, seguito nel 2011 da Nasser Al-Attiyah, primo vincitore mediorientale che si presenta al via della 46ª edizione forte di tre successi nelle ultime tre edizioni.
Nel 2022, infine, il ventenne Seth Quintero ha battuto il record di vittorie di tappa al Rally Dakar conquistando la prima posizione in ben 12 Stage.
Con 232 vittorie di tappa, la KTM 450 Rally è stata la moto che ha letteralmente dominato la Dakar in questo secolo. Il marchio di Mattinghofen ha centrato 19 vittorie tra il 2001 e il 2019 e nel 2023, anno in cui ha concluso la corsa con un 1-2-3.
L’anno precedente era stato Sam Sunderland a vincere la Dakar, centrando il primo trionfo per il Red Bull GasGas Factory Racing in sella a quella che era essenzialmente una KTM rossa.
Il Red Bull KTM Factory Racing vanta il campione in carica e due volte vincitore Kevin Benavides e il due volte vincitore Toby Price, mentre Matthias Walkner (vincitore dell’edizione 2018) è stato costretto a dare forfait per via di un brutto incidente occorsogli durante un allenamento.
Tra le Auto, sebbene squadre come Peugeot, Mini e Volkswagen abbiano avuto momenti di dominio, è Mitsubishi il marchio di maggior successo: la casa giapponese ha conquistato 12 vittorie nel corso della storia della Dakar, mentre a presentarsi al via dell’edizione 2024 con i galloni di campioni in carica sarà Toyota.
Per quanto riguarda i Quad è Yamaha che ha vinto tutte le Dakar dal 2009 in avanti, mentre KAMAZ ha dominato la categoria dei Camion con 19 vittorie.
Can-Am è salita sul gradino più alto del podio per sei volte da quando i T4 Lightweights sono stati aggiunti alla competizione nel 2017 e due volte nei T3 dal 2021.

Dopo le sue avventure in Europa, Africa e Sud America, l’Arabia Saudita sta fornendo una base stabile per il Rally Dakar, aprendo inizialmente il paese ai concorrenti e ai media.

La Dakar si basa sul superamento dei confini e ci sono ambizioni a lungo termine per portare la Dakar in altre nazioni del Medio Oriente e persino per quello che sarebbe un clamoroso e romantico ritorno in Africa.

L’evento stesso si è ampliato fino a includere nuove categorie, in particolare le gare Challenger, più accessibili per i team più piccoli, che aprono la competizione alla nuova generazione di piloti.

Con l’obiettivo di essere neutrale dal punto di vista delle emissioni di anidride carbonica entro il 2030, la Dakar è diventata una fucina di tecnologie da corsa: da questo punto di vista spiccano l’Audi RS Q e-tron, i veicoli all’avanguardia M1000 – come la moto elettrica Tacita Discanto – e la KH-7 Epsilon alimentata a idrogeno.

Giulia De Sanctis

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